Credo che non si debba mai sottovalutare la propria lontananza da certi ambienti. Anche io ho l’impressione che le donne abbiano raggiunto la parità in molti aspetti della vita materialmente e in tutti giuridicamente, eppure basta uscire dall’ambiente che frequentiamo abitualmente per accorgerci che non è così. Se crediamo che solo un decerebrato potrebbe pensare che la donna non abbia gli stessi diritti degli uomini, domandiamoci quante volte pensiamo che solo un decerebrato potrebbe ritenere che gli immigrati siano inferiori e quanto ci meravigliamo nel sentire quotidianamente che di persone che la pensano così ce ne sono a bizzeffe.
Inoltre, non è da sottovalutare la differenza fra ciò che le persone dicono e il modo in cui si comportano: non è solo una questione di cattiva fede, spesso le persone sono sinceramente convinte di non essere maschiliste, ma poi all’atto pratico il padre di famiglia continua a non alzare un dito per i lavori di casa, il datore di lavoro continua a preferire un uomo a una donna all’atto dell’assunzione, la cura dei figli continua a essere quasi totalmente sulle spalle delle madri, gli stipendi di una donna sono mediamente più bassi di quelli di un uomo. E questi sono solo alcuni degli esempi di maschilismo che si possono fare, quelli più “innocui”, probabilmente.
È l’inganno più subdolo quello del problema sociale che viene visto come individuale, appannaggio di “qualche decerebrato” e qualche cretina che si lascia umiliare, invece che mentalità diffusa.
Certe cose non sono facili da cogliere se sei un uomo. Non perché gli uomini siano più stupidi o meno sensibili, ma per il semplice fatto che, per quanta sensibilità vogliamo avere verso gli altri, quando le cose non le viviamo in prima persona non sono così ovvie da notare, soprattutto se hanno la possibilità di essere nascoste dietro lo scherzo o la quotidianità più scontata. Una battuta può apparire come tale, se vedi una persona che la fa su un’altra, e la reazione della persona che l’ha subita può sembrare spropositata. Ma solo quella persona sa quante volte si è sentita fare quella battuta, in quali contesti, in quali modi, da quante persone, dinanzi a chi. E quanto quella battuta ha dato luogo ad atteggiamenti persistenti, tramutandosi in realtà nelle sue conseguenze pratiche.
Si dovrebbe prendere ogni tanto in considerazione quelle che ci sembrano solo stupide lagne, concedere il beneficio del dubbio e porre attenzione agli atteggiamenti recriminati. Magari avevamo ragione a ritenerle lagne inutili, ma potremmo anche scoprire che c’era più di un fondo di verità.
La guerra fra i sessi è una stronzata come lo è ogni guerra. Questo non perché non esistano ancora pregiudizi da combattere, ma perché sono appunto i pregiudizi a dover essere il bersaglio della lotta, non il sesso maschile. È per questo che mi sento amareggiata quando sento uomini che sminuiscono le donne e donne che attaccano a cazzo di cane gli uomini: entrambi gli atteggiamenti sono figli dello stesso modo di vedere il rapporto fra i sessi. Un rapporto conflittuale, in cui uno deve prevalere sull’altro.
Quanto alle differenze fra uomo e donna, mi sento di dire due cose: la prima è che sono convinta che si debba e si possa sperare che una donna non verrà sempre “almeno un po’” discriminata. Io non sono mai d’accordo, in nessun campo, nel ritenere che l’essere umano cerchi sempre il proprio tornaconto: se tutto si riducesse a questo, la stragrande maggioranza delle azioni umane sarebbe completamente inspiegabile.
Gli esseri umani ragionano nell’ambito dell’universo simbolico e valoriale al quale sono abituati a fare riferimento. Insegna a un uomo a rispettare una donna, fallo vivere accanto ad altre persone che rispettano le donne e lui lo farà per tutta la vita. Un passo alla volta si compiono le rivoluzioni più straordinarie e più impensate, quelle che un tempo ci parevano tanto impossibili da sorridere di scherno quando qualcuno ce le ha presentate.
La seconda cosa è che io non lo so quanto gli uomini e le donne sono differenti, ma una cosa la so per certo: finché le persone non potranno scegliere la loro strada partendo da uguali prescrizioni e uguali possibilità, la nostra percezione riguardo alle differenze fra i due sessi sarà sempre falsata.
Quanto influisca sui nostri pensieri il continuo bombardamento di modelli da seguire (con il contraltare di altri modelli che, invece, sono inesistenti per uno dei due sessi), è un fattore per sua natura ingannevole, che tendiamo sempre a sottovalutare. E i nostri pensieri, la nostra smania di essere accettati socialmente, influiscono su tutte le nostre azioni, in tutte le nostre scelte, al punto che alcuni tipi di scelte non solo vengono scartate, ma addirittura non vengono neanche prese in considerazione.
Pochi, ultimi appunti. Riguardo alla storia delle violenze sugli uomini: basta, vi prego. In primis perché lasciarsi ingannare dalla manipolazione mediatica è sempre un grosso errore: si parla di centri antiviolenza per le donne semplicemente perché oggi fanno tanta notizia il femminicidio e la violenza sulle donne, ma nei centri antiviolenza ci sono professionisti, non coglioni. E l’assistenza la fanno su qualsiasi tipo di violenza di genere, anche sugli uomini. A dire il vero, fanno assistenza anche per altri tipi di violenza, come quelle sui minori.
In secundis perché equiparare quantitativamente il fenomeno della violenza di genere sulle donne a quello della violenza di genere sugli uomini è nient’altro che fumo negli occhi. Un uomo soffre quanto una donna se è vittima di violenza di genere, ma il quantitativo di uomini vittime di violenza di genere è nettamente inferiore rispetto al quantitativo di donne vittime di violenza di genere. Equipararli sarebbe come dire che il razzismo nei confronti dei bianchi è quantitativamente lo stesso del razzismo nei confronti dei neri. Non si può non prendere in considerazione per lo meno i fattori fisici per i quali la violenza sugli uomini è più difficile che accada. E ho volutamente ignorato i fattori culturali, che pesano ancora di più sul piatto della bilancia.
Riguardo a quelle altre furbate che si sentono dire oggi, quelle del tipo “L’uguaglianza la cercate in politica, però non venite mica a cercar lavoro nei cantieri”: è ovvio che i diritti vengano chiesti riguardo alle cose di prestigio. Nei mestieri poco desiderabili non si chiedono diritti: nel momento in cui quei condizionamenti di pensiero di cui si parlava sopra cadranno, le persone cominceranno a prendere in considerazione quelle scelte che prima neanche vedevano come scelte possibili. D’altronde, sebbene gli uomini abbiano combattuto molto contro i pregiudizi nella danza classica, non mi pare che abbiano altrettanto combattuto per raggiungere l’incredibile risultato di vita di diventare guru dell’uncinetto.